Bevagna – San Giovanni Profiamma

Archeologia – Foligno

Per quanto riguarda il toponimo, il Muratori lo collega al culto della dea Fulginia, divinità di origine Umbra, latinizzata con l’avvento dei Romani. Sul Colle di San Valentino, dove si suppone sorgesse il primo insediamento, sono stati rinvenuti resti di edifici romani dai mosaici pavimentali, resti di un anfiteatro, di un acquedotto, di una domus e di almeno 180 tombe.

Non a caso il Colle viene chiamato Castelvecchio, a indicare come anche la prima “civitas” romana sorgesse lì; era certamente un luogo strategico perché permetteva di controllare la Via Flaminia in entrambi i suoi rami e il loro incrocio nella vallata.

In età comunale, essendo sempre stata di parte ghibellina, si scontrò più volte con la guelfa Perugia. Il suo legame all’Impero è documentato anche dall’amore che Federico II di Svevia dichiarò di avere per questa città, dove egli visse i primi tre anni della sua fanciullezza: la città “nel cui splendore ebbe inizio la Nostra fanciullezza e che Noi veneriamo come luogo che Ci nutrì”. Era il gennaio del 1240, ed Egli entrava in Foligno con un sontuoso corteo, i cortigiani, i falconieri, le fanciulle esotiche, i suoi soldati saraceni.

Con l’avvento delle Signorie, Foligno conobbe il dominio della famiglia dei Trinci, i quali diedero grande impulso al commercio e ad un’importante Fiera annuale.

Gli edifici più importanti da visitare:

Cattedrale di San Feliciano

Cattedrale di San Feliciano

La chiesa è in stile romanico-gotico, iniziata con la costruzione del transetto nel 1201 fino al completamento nel XIV secolo; presenta due facciate, quella principale dà sulla Piazza Grande, col tetto a capanna, un bel portale decorato, una loggetta cieca con archi e bifore laterali, un bel rosone romanico e infine una lunetta con mosaico raffigurante Cristo in trono fra San Feliciano e Santa Messalina. Anche la facciata laterale, che introduce al transetto e si affaccia su Piazza della Repubblica, è particolarmente bella con tre rosoni, uno centrale e due laterali.

L’interno è a croce latina, con tre navate, prevalentemente in stile rinascimentale e barocco. La visita può richiedere del tempo, per la ricchezza degli arredi, i dipinti e le cappelle.

Palazzo Comunale

Palazzo Comunale

Di origini duecentesche, più volte rimaneggiato a causa dei danni dei terremoti, si presenta con un aspetto neoclassico, sottolineato dal colonnato della facciata, che infatti è stata rifatta nel 1800 perché crollata.

Un famoso crollo in diretta televisiva si vide proprio quando rovinò il “torrino” nel 1997. All’interno vi sono saloni cinquecenteschi, la Loggia dipinta e il Museo dell’Istituzione Comunale.

Palazzo Orfini

Palazzo Orfini e Palazzo Pretorio del Podestà

La contiguità dei due edifici porta a considerarli un tutto unico. Furono costruiti a partire dal 1200; accanto al monumentale portale d’ingresso del 1515, si trova un grande arco a sesto acuto che nel medioevo copriva la sala delle adunanze comunali, l’arengo.

Subito dopo si distinguono una torre medievale mozza e una loggetta dipinta che faceva da collegamento con Palazzo Trinci. È decorata con dipinti di Giovanni di Corraduccio raffiguranti le Virtù Teologali.

Palazzo Trinci

Palazzo Trinci

Bella dimora signorile tardo-gotica, con all’interno un ciclo di affreschi realizzati da Gentile da Fabriano nel Quattrocento. Il Palazzo venne costruito alla fine del 1300, dalla famiglia Trinci, sulle case e le torri preesistenti di un ricco mercante.

I Trinci dovettero lasciare il palazzo nel 1439, quando furono cacciati dal dominio papale.
Dall’ingresso si accede all’ampio cortile, circondato da porticato in cui sono raccolti frammenti di sculture, sarcofagi ed iscrizioni romane. Al di sopra si apre un loggiato di nove finestre ad arco a tutto sesto, bifore e trifore ogivali decorano i muri esterni del palazzo.

Una scala gotica originale sale al secondo piano, tutto affrescato e di grande valore artistico. La prima sala è detta di Sisto IV che la fece restaurare nel 1475, la sala successiva è affrescata con le Storie della fondazione di Roma, con le scene commentate da epigrammi.

Si entra quindi nella Sala delle Arti e dei Pianeti, con due cicli di affreschi, uno dedicato alle Arti Liberali e l’altro ai Pianeti e alla Vita umana. Il corridoio di destra comunica con la cattedrale ed è anch’esso affrescato, con 11 figure di personaggi dell’antichità giudaica, greca, romana e cristiana rimaste visibili solo in parte.

La Cappella del Palazzo è la parte meglio conservata e di pregio, con le volte e le pareti affrescate dal pittore eugubino Ottaviano Nelli.

Oratorio della Nunziatella
Un edificio in stile rinascimentale che conserva il famoso affresco del Battesimo di Gesù, dipinto da Pietro Vannucci detto il Perugino nel 1497-1507.

Collegiata di San Salvatore

Collegiata di San Salvatore

Presenta una bella facciata trecentesca a corsi di pietra bianca e rosa, un grande portale ogivale e due laterali più piccoli, sormontati da tre rosoni. Anche il campanile cuspidato presenta la muratura a fasce bianche e rosa e una bifora trilobata per ogni lato.

L’interno ha un aspetto settecentesco, pur conservando affreschi del Trecento. Fra le tele presenti, notevole il Polittico dipinto nel 1430 dal pittore folignate Bartolomeo di Tommaso, raffigurante la Madonna in Trono con Bambino ed Angeli, San Giovanni Battista e il Beato Pietro Crisci.

Chiesa di Santa Maria Infraportas

Chiesa di Santa Maria Infraportas

La leggenda fa risalire questa chiesa all’epoca apostolica, a quando passarono da Foligno i due Apostoli Pietro e Paolo e vi celebrarono i riti religiosi; ma l’avamportico addossato alla facciata non può risalire a prima dell’XI-XII secolo.

Ai due Santi è dedicata la prima cappella a sinistra, decorata con affreschi in stile bizantino, il Cristo Pantocratore tra i due Apostoli, San Michele Arcangelo e il Buon Ladrone.

Tutta affrescata è la Cappella della Sacra Famiglia, come gran parte della chiesa dipinta da artisti folignati del Quattrocento da noi già citati nelle nostre visite: Pierantonio Mezzastris, Niccolò l’Alunno, Giovanni di Corraduccio e Lattanzio di Niccolò.

San Giovanni Profiamma

Basilica di San Giovanni Battista

Basilica di San Giovanni Battista

La Pieve di San Giovanni Profiamma viene ricordata nella Diocesi di Foligno in una bolla di Papa Innocenzo II del 1138. Il titolo di “Plebs” (popolo, pieve), spettava alle chiese a cui era concesso il Battistero e che quindi controllavano un vasto territorio con le chiese e cappelle senza specifiche funzioni liturgiche.

Alla basilica rimase il titolo di Collegiata, ottenuto nel 1200, che le riconosceva un Priore e un’assemblea di sei canonici, fino alla soppressione napoleonica, quando venne incorporata, insieme ai suoi beni, nella Cattedrale di Foligno.

La facciata, in pietra bianca e rosa del Subasio, si presenta inserita tra due caseggiati laterali; è arricchita da un elegante rosone e da due bifore laterali. Il portale a doppio rincasso e lunetta è decorato con sculture che simboleggiano il peccato sotto forma di animali mostruosi.

L’interno si presenta con le caratteristiche della chiesa romanica benedettina, ad una sola navata, presbiterio rialzato di tredici gradini, scale laterali che scendono alla sottostante cripta risalente all’anno Mille.

Tombe Romane

Sul rettilineo dell’antico tracciato della Flaminia si possono distinguere i resti di due tombe romane attesterebbero l’importanza del tratto tra Bevagna e Foligno.

Fiamenga

Il toponimo romano, quello attuale deriverebbe dal fatto di insistere sulla Flaminia (“flaminica), e dovrebbe risalire al medioevo, quando la zona venne bonificata dalle paludi e resa abitabile. In alcuni documenti appare col toponimo “Filetto”, che potrebbe riferirsi ai canneti che si trovavano nei pressi.

La sua importanza in epoca cristiana è testimoniata dalla presenza di tre chiese:

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

Questa piccola chiesa di Fiamenga che si trova uscendo dalla SS 316, proprio all’inizio di Via dei Cavalieri, rappresenta una chiesetta viaria molto antica, a capanna, con una sola finestrella devozionale, campanile a vela a due fornici.

Risalente all’anno Mille, venne costruita con la pietra bianca e rosa del Subasio; all’interno il soffitto ligneo a capriate e alcuni affreschi di scuola umbra del Quattrocento.

Viene anche indicata col titolo di Santa Maria delle Vittorie.

Chiesa della Madonna dei Cavalieri

Chiesa della Madonna dei Cavalieri

La quale, nonostante il titolo attribuitole, riguarda il Canonico Giuseppe Cavalieri di Spello che la fece edificare su un terreno di sua proprietà, nel 1799, dedicandola a Sant’Andrea Avellino e ponendo sull’altare maggiore la Madonna delle Grazie.

Nonostante il parere contrario del Vescovo e del Parroco di Fiamenga, il Cavalieri pensò di offrire un luogo di culto ai contadini, ma giunse ad atteggiamenti esasperati, dichiarando ad esempio che la Madonna aveva lacrimato.

Ciò portò ad un aumento dei fedeli e al riconoscimento da parte della Santa Sede del titolo di Santuario e di “Basilica Lateranense”.

Ancora oggi è una chiesa molto frequentata e la Madonna è oggetto di grande devozione, immersa nella campagna e addossata a due case coloniche.

Chiesa di San Giovanni Evangelista

Si trova al centro del paese. Venne costruita intorno all’XI secolo ed è documentata a partire dal 1138, perché citata in una Bolla di Innocenzo II, con la quale il Papa definiva al vescovo di Foligno Benedetto i confini della Diocesi, comprendente appunto la “Pieve di San Giovanni di Fileto”.

L’attuale struttura a croce latina dovrebbe essere stata introdotta nel 1685, appare ingrandita nel Settecento e risistemata nel 1739 dopo un incendio. Doveva essere affrescata, ma diverse mani d’intonaco ne nascosero i dipinti fino al terremoto del 1997.

Gli interventi di restauro mostrarono gli affreschi della cupola, in cui viene raffigurata l’Apocalisse così come è descritta nel Vangelo di San Giovanni, compresa la lotta tra il drago e l’Arcangelo Michele.

Particolarmente interessante e rara è l’immagine della Madonna raffigurata incinta e con le ali di un’aquila per volare nel deserto.

La facciata principale della chiesa è in stile neoclassico, scandita da lesene e trabeazioni, sormontata da un timpano; il campanile è a vela; l’interno è ricco di decorazioni e altari barocchi.

Aiso e Aisillo

Nei pressi di Capro di Bevagna, gli archeologi hanno rinvenuto il Santuario romano dell’Aisillo, posto vicino al Lago Aiso. Il luogo era venerato già dalle popolazioni umbre, consisteva in una sorgente che in epoca romana venne incanalata in una vasca rotonda, inserita in un ampio porticato di forma rettangolare. Vi erano annessi degli ambienti per il culto, di cui sono state rinvenute tracce di pavimenti a mosaico, lastre marmoree e terrecotte.

Nella zona erano presenti molte di queste risorgive ritenute sacre, tra cui la più famosa è la Fonte del Clitunno, citata anche da Plinio il Giovane nelle sue Epistole.

Chiesa della Madonna della Fiamenga

Secondo la storia, la chiesa venne edificata nel 1201 per consacrare la pace tra Foligno e Spello che per lungo tempo s’erano contesi quella parte di confine; appare citata per la prima volta in un documento del 1138.

Convento della SS. Annunziata di Capro

Convento della SS. Annunziata di Capro

Nei dintorni di Bevagna su un colle dove si trovava un antico castello, questo convento venne fondato dai monaci Benedettini dell’Abbazia di Sassovivo nel 1078. Subì la rappresaglia distruttiva di Federico II di Svevia, ricostruito passò sotto vari patrocini, tra cui la cattedrale di Spoleto e il monastero di Sant’Apollinare di Collemancio.

Quando i frati benedettini se ne andarono, il convento e i terreni annessi vennero affidati, nel 1487, all’Ordine dei frati Minori Francescani detti Zoccolanti e la chiesa venne intitolata alla SS. Annunziata. I restauri del 1495 e la posa del bel portale d’ingresso sono documentati dalla data incisa sull’architrave.

Il complesso mantiene  le strutture  del Quattrocento, l’interno della chiesa, ad una sola navata, dove tuttavia si conservano alcuni pregevoli affreschi, una pala d’altare in terracotta invetriata attribuita alla bottega dei Della Robbia ed un crocifisso ligneo del Cinquecento , attribuito a Giovanni Tedesco detto “il Teutonico”.

La Via Flaminia lasciava Roma uscendo dalla Porta Flaminia, l’odierna Porta del Popolo, superava il Ponte Milvio e seguendo la Valle del Tevere entrava in Umbria ad Otricoli, continuando fino a Narni.

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