Nocera Umbra – Gualdo Tadino

Archeologia – Campodarco

Villa rustica romana risalente al I-II secolo d.C., della quale sono stati indagati quattro ambienti, oggi riparati da lamiera. Il cartello che si trova sul sito spiega che i suddetti ambienti dovevano far parte di un complesso termale in quanto provvisti di ipocausto per il riscaldamento.

I pavimenti erano decorati con mosaici a tessere bianche e nere, raffiguranti motivi geometrici.

Anche le pareti erano decorate con stucchi e rivestimenti in marmo.

Alcuni reperti sono esposti nel Museo Archeologico di Nocera, come s’è detto in precedenza.

Chiese e Abbazie – Colsantangelo

San Michele arcangelo

San Michele Arcangelo

Di origine longobarda, costruita sui resti di un tempio romano del quale rimangono alcune pietre.

L’edificio costruito in pietra calcarea presenta una facciata molto semplice, tetto a capanna, abside semicircolare e piccola vela ad un fornice.

All’interno rimangono tracce di affreschi. Alcune pietre presentano delle croci a bassorilievo o anche decorazioni a treccia.

Castello di Boschetto

Il castello, la cui prima edificazione dovrebbe risalire al 1300 circa, aveva pianta rettangolare e mura perimetrali con 4 torri angolari.

Chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola

Un edificio in pietra calcarea, la cui facciata presenta uno stretto portale ogivale sormontato da un piccolo rosone, ed è a ridosso di un ampliamento successivo dell’edificio originario.

L’interno è ad una sola navata, con tetto sostenuto da arcate trasversali a botte; rimangono diversi affreschi a testimonianza dell’intera decorazione quattrocentesca, attribuiti a Matteo da Gualdo.

Fuori dall’abitato di Boschetto, in mezzo al bosco, si trova il piccolo Santuario di San Giovanni Battista, una chiesa che si presenta all’esterno come un oratorio, dalla facciata spoglia e intonacata.

All’interno si conservano bellissimi affreschi cinquecenteschi raffiguranti una Crocefissione nell’abside, due eleganti Madonne in trono con Bambino e, molto interessanti, dei quadretti ex-voto per grazie ricevute.

Ponte Parrano

Abbazia di Santo Stefano di Parrano

Abbazia di Santo Stefano di Parrano

Si trova nei pressi di Ponte Parrano, risale al 1020, edificata, secondo l’“Historia di Casa Trinci” di Durante Dorio, da Radulfo, figlio di Monaldo III Trinci, Gran Conte di Taino (Gualdo Tadino) e di Nocera.

L’Abbazia venne affidata ai monaci di San Benedetto, insieme al monastero.

L’Abbazia ha una struttura molto semplice, è addossata ad una casa colonica nella parte absidale.

Recentemente restaurata, anche all’interno ha un aspetto sobrio e luminoso; non vi sono opere degne di nota anche se si intravedono tracce di antichi affreschi quattrocenteschi.

Castello di Grello e Chiesa di San Giovanni Battista

Castello di Grello

La chiesa e il castello sono probabilmente molto più antichi di quanto risulta dalla documentazione che parte dal XV secolo.

La chiesa, con l’abside tutto affrescato, conserva dei preziosi dipinti di Matteo da Gualdo: una Madonna in trono con Bambino, due angeli in alto, ai lati San Pietro e San Paolo, in basso il committente in preghiera; una Crocefissione con la Vergine e San Giovanni; altre immagini di Santi tra cui San Facondino Vescovo.

La facciata ristrutturata mantiene l’aspetto romanico con portale a tutto sesto, oculo e bifora.

Val di Rasina

Rasina

Percorrendo la Via Flaminia Antica (o più breve di 1 km. la SP 270), si giunge in Val di Rasina dove si trova quel che resta dell’Abbazia di San Pietro.

L’originario edificio venne fatto costruire da un discendente del Conte Monaldo II intorno all’anno 1006 per istituire un Convento di monache benedettine, delle quali la prima badessa fu proprio la figlia Armengarda.

Nel XIII secolo l’abbazia passò ai monaci benedettini che la mantennero fino al XV secolo; dopo di ché passò in commenda secolare per nomina papale.

Nella seconda metà dell’Ottocento, ormai abbandonata, venne utilizzata per usi agricoli, e soltanto nella metà del Novecento è stata recuperata; attualmente è proprietà privata e riutilizzata come Centro benessere.

La Via Flaminia lasciava Roma uscendo dalla Porta Flaminia, l’odierna Porta del Popolo, superava il Ponte Milvio e seguendo la Valle del Tevere entrava in Umbria ad Otricoli, continuando fino a Narni.

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