Gualdo Tadino – Fossato di Vico
Archeologia
In epoca romana si chiamava Vicus Helvillum e con tale nome appare nell’elenco di Strabone e sulla tavola Peutingeriana. Fu un centro molto fiorente fino al tardo impero, subì successivamente le devastazioni dei Goti di Alarico di passaggio verso Roma (410 d.C.) e dei Goti di Totila (552 d.C.), che, come s’è detto, si scontrò nei pressi con l’esercito bizantino di Narsete. L’abitato ne uscì quasi del tutto scomparso.
Il toponimo Fossatum venne acquisito dal nuovo nucleo abitato fatto costruire proprio dai bizantini interessati a controllare il crocevia viario, e che, come indica il nome, doveva essere fortificato. Soltanto nel 1862 venne aggiunto il termine “di Vico” per distinguerlo da altri paesi sparsi sul territorio dell’Italia unificata;
Ponte romano di San Giovanni, costruito in opera quadrata, con blocchi di calcare allettati a secco, di epoca augustea, cioè I secolo d.C. circa (all’incrocio tra la SS 3 e la SS 76);
Fontana romana, inserita in un tempio dedicato alla dea Cupra Mater, in località Aja della Croce, dal quale è stata recuperata una lamina in bronzo (oggi al Museo Archeologico di Perugia) in cui si legge l’iscrizione in cui si afferma che venne costruita pagando 158 sesterzi.
Roccaccio, è ciò che rimane dell’antica cerchia muraria costruita in epoca longobarda per difendere il controllo della Flaminia dalle incursioni longobarde. Vi sorgeva il primitivo castrum che venne inglobato nella nuova cinta quando si costruì la Fossato medievale;
Torre medievale, si erge solitaria sulla piazza del borgo, poggiante alla base su arcate a botte, con la funzione di torre campanaria. Una scritta attesta che nel 1603 venne inserito l’orologio, costruito da Tiziano e Claudio Gricci, discendenti dalla famosa famiglia di orologiai cinquecenteschi fondata da Martino Gricci;
Palazzo Comunale, completato con una “bertesca”, ovvero una torre merlata costruita in aggetto alle mura, in modo da opporre una difesa agli assalitori restando al coperto; secondo i documenti di archivio, le mura di Fossato presentavano ben 14 torri delle quali questa è l’unica rimasta. La porta d’ingresso, con arco ogivale, risale al 1536, che secondo i documenti era presieduta giorno e notte da guardie mantenute col contributo della comunità.
Scalinata di Via del Forno, è una delle vie medievali più caratteristiche e originali del borgo antico.
– Antiquarium, ospitato in un antico edificio medievale, spiega il territorio con carte geografiche, fotografie ed espositori; in un’altra sezione sono esposti i reperti rivenuti sul territorio tra i quali quelli provenienti dall’abitato di Aja della Croce, dalle località Le Cese e Categge;
Forno del “pan venale”, cioè del pane venduto al pubblico dal fornaio, detto “panicocolo”, intorno al 1500, quando entrò in uso di acquistare il pane invece di farlo in casa;
Chiesina di Santa Maria della Piaggiola, con affreschi quattrocenteschi di Ottaviano Nelli;
Le Carceri, cioè tre ambienti intercomunicanti, scavati nella roccia verso il 1200 e utilizzati nel ‘500 come prigione;
Le Rughe, cioè dei camminamenti che passavano sotto le case e costeggiavano le mura e che oggi si presentano come comodi portici, con archi di copertura a tutto sesto o acuti.
Monastero benedettino di Santa Maria del Fonte, edificato nel 1292 fuori dalle mura del castello e nei pressi di una Fonte.
Abbazia benedettina di San Benedetto, posta fuori le mura, edificata nel 1200 e successivamente ampliata. I pochi affreschi rimasti risalgono al Quattrocento e fra essi si riconosce un ritratto del Papa Urbano V.
Chiesa di San Cristoforo, edificata nel 1200 dai camaldolesi di Fonte Avellana. Degli affreschi originari rimango poche tracce.
Chiesa di San Pietro e Paolo, fondata dai monaci Camaldolesi che la scavarono nella roccia sovrastante, insieme al cenobio a cui si accedeva dalla chiesa stessa attraverso una scala scavata anch’essa nella roccia. Un tempo affrescata, ne conserva poche tracce. Nei pressi si trova un lavatoio in pietra di pregevole fattura.
Chiese e Abbazie – Chiesa di San Facondino
La chiesa attuale risale intorno al 1020, su un terreno donato dal Conte Rodolfo, figlio del Gran Conte di Nocera Monaldo III. Nel 1248 nella nuova chiesa si rifugiò tutta la corte vescovile di Nocera in fuga dalla distruzione di Gualdo perpetrata dalle truppe di Federico II di Svevia.
L’esterno della chiesa è molto sobrio, addossata alla canonica e con il campanile alto e snello.
L’interno, più volte rimaneggiato, è ad unica navata, tre altari e abside; sull’altare maggiore sono conservate le urne con le ossa di San Facondino e del suo diacono San Gioventino.
Castello di San Pellegrino
Dell’antico castello rimane soltanto la possente torre quadrata posta al centro del paese.
Chiesa di San Pellegrino
È un vero gioiello artistico per la quantità e la qualità degli affreschi che decorano le pareti. La facciata in pietra si presenta sobria, con tetto a capanna, tre gradini d’accesso al portale, una pietra murata scolpita in bassorilievo con la raffigurazione del pellegrino benedetto dalla mano di Dio, oculo con rosa lapidea al centro.
All’interno, su tutte le pareti, si sviluppa un ciclo di affreschi del Quattrocento e del Cinquecento.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La facciata esterna risulta sacrificata dal campanile ottocentesco che sembra quasi ne abbia soppressa una parte, il tetto inclinato ad un solo spiovente, portale e piccolo oculo.
Santuario della Madonna di Montecamera
La chiesa è stata edificata nel Seicento; l’ingresso è preceduto da un portico che, come in altri casi, veniva costruito per raccogliere i pellegrini e alloggiarli durante la notte; la facciata presenta le due finestre devozionali ai lati del portale e in alto un piccolo oculo con rosa lapidea.